lunedì 24 luglio 2017

Windows 10: Ripristinare 'Apri finestra di comando qui' dopo l'aggiornamento a Creator Updates

Nell'articolo Windows Quick Tip: Accesso rapido al prompt dei comandi all'interno di una cartella viene mostrata una scorciatoia per richiamare il prompt dei comandi da una cartella tramite la voce Apri finestra di comando qui.
Con il passaggio a Creators Update di Windows 10 il comando è stato sostituito da Apri finestra PowerShell qui. Ovviamente l'obbiettivo di Microsoft è quello di abbandonare il prompt dei comandi in favore di una shell più completa come quella di PowerShell.

Per ripristinare la funzione precedente:
  • Premere la combinazione di tasti WIN+R per aprire la finestra di dialogo Esegui e digitare regedit seguito da invio per avviare l'editor del registro di sistema;
  • Posizionarsi sulla chiave 
    HKEY_CLASSES_ROOT\Directory\Background\shell\cmd
  • La chiave è protetta pertanto prima di poter modificare i valori al suo interno è necessario acquisire l'accesso completo. Cliccare con il tasto destro del mouse sulla chiave cmd e, dal menu contestuale selezionare Autorizzazioni;
    Autorizzazione chiave cmd
    FIG 1 - Autorizzazione chiave cmd
  • Cliccare sul pulsante Avanzate;
    Autorizzazioni per cmd, Avanzate
    FIG 2 - Autorizzazioni per cmd, Avanzate
  • Cliccare sul collegamento Cambia relativo al proprietario della chiave;
    Cambia Proprietario chiave cmd
    FIG 3 - Cambia Proprietario chiave cmd
  • Nel campi Immettere il nome dell'oggetto da selezionare, digitare Administrators quindi cliccare sul pulsante Controlla nomi e confermare con OK;
    Selezione del nuovo proprietario della chiave cmd
    FIG 4 - Selezione del nuovo proprietario della chiave cmd
  • Chiudere la finestra Impostazioni avanzate di sicurezza per cmd cliccando su OK;
  • Selezionare Administrators nell'elenco Utenti e gruppi e spuntare la voce Consenti accanto a Controllo Completo quindi confermare cliccando su OK;
    Controllo completo al gruppo Administrators
    FIG 5 - Controllo completo al gruppo Administrators
  • Ora cliccare con il tasto destro sul valore HideBasedOnVelocityId e selezionare la voce Rinomina. Rinominare il valore in ShowBasedOnVelocityId.

    Rinomina del valore HideBasedOnVelocityId in ShowBasedOnVelocityId
    FIG 6 - Rinomina del valore HideBasedOnVelocityId in ShowBasedOnVelocityId
Adesso dal menu contestuale verranno visualizzati sia Apri finestra di comando qui che Apri finestra PowerShell qui.
Apri finestra di comando qui
FIG 7 - Apri finestra di comando qui



venerdì 21 luglio 2017

Windows 10: Abilitare BitLocker sull'unità di sistema

Introdotto a partire dalle versioni Enterprise e Ultimate di Windows Vista, BitLocker è una funzionalità inclusa nei sistemi operativi Microsoft che consente la protezione dei dati tramite cifratura con algoritmo AES.

Per abilitare la cifratura di un'unità di sistema con BitLocker:
  • Aprire Esplora file;
  • Cliccare su Questo PC;
  • Cliccare, con il tasto destro del mouse, sull'unità di sistema (generalmente C:) che si intende cifrare e, dal menu contestuale, selezionare la voce Attiva BitLocker.

Attiva BitLocker sull'unità di sistema
FIG 1 - Attiva BitLocker sull'unità di sistema

Per la cifratura BitLocker utilizza il chip TPM (Trusted Platform Module) presente sulla scheda madre. Nel caso in cui tale chip non fosse presente, nell'attivare BitLocker verrà visualizzato il messaggio mostrato in FIG 2.
Impossibile utilizzare TPM (Trusted Platform Module)
FIG 2 - Impossibile utilizzare TPM (Trusted Platform Module)

In questi casi è necessario effettuare un ulteriore passaggio agendo tramite l'Editor Criteri di gruppo:
  • Premere la combinazione di tasti WIN+R per aprire la finestra di dialogo Esegui e digitare gpedit.msc seguito da invio per aprire l'Editor criteri di gruppo locali;
  • Nell’elenco ad albero, presente sulla sinistra, raggiungere la sezione Criteri Computer locale->Configurazione computer->Modelli amministrativi->Componenti di Windows->Crittografia unità BitLocker->Unità del sistema operativo;

    Editor criteri di gruppo locali, Richiedi autenticazione aggiuntiva all’avvio
    FIG 3 - Editor criteri di gruppo locali, Richiedi autenticazione aggiuntiva all’avvio
  • Nei criteri elencati nella parte destra della finestra, aprire Richiedi autenticazione aggiuntiva all’avvio con un doppio click, selezionare l'opzione Attivata e spuntare la voce Consenti BitLocker senza un TPM compatibile quindi confermare su OK.
    Attiva criterio Richiedi autenticazione aggiuntiva all’avvio
    FIG 4 - Attiva criterio Richiedi autenticazione aggiuntiva all’avvio
Il chip TPM viene utilizzato per cifratura e decifratura dei dati, se non presente bisogna scegliere se utilizzare una password da inserire ad ogni avvio oppure una pendrive che dovrà essere sempre inserita nel sistema per consentirne l'avvio. 
La cifratura dell'unità può richiedere diverso tempo. L'operazione viene eseguita in background e viene portata a termine automaticamente.

Tramite il criterio Richiedi autenticazione aggiuntiva all’avvio è possibile specificare un ulteriore fattore di autenticazione in aggiunta al TPM come un PIN (con una lunghezza compresa tra 6 e 20 cifre), oppure una pendrive contenente la chiave di decifratura. In questo caso è possibile rendere obbligatorio uno dei due elementi aggiuntivi selezionando la voce Richiedi al posto di Consenti dai relativi menu a discesa oppure renderli obbligatori entrambi selezionando, dalla casella Configurazione chiave e PIN, la voce Richiedi chiave e PIN di avvio con il TPM.


Richiedi chiave e PIN di avvio con il TPM
FIG 5 - Richiedi chiave e PIN di avvio con il TPM


domenica 16 luglio 2017

Ransomare Petya: Rilasciata la master key

L'autore o gli autori del ransomware Petya hanno rilasciato la master key per decriptare i dati cifrati da tutte le versioni del malware che includono:

  • Prima versione di Petya (teschio bianco su sfondo rosso visualizzato al boot del sistema);
  • Seconda versione di Petya che include il ransomware Mischa (teschio verde su sfondo nero);
  • Terza versione conosciuta come GoldenEye (teschio giallo su sfondo nero).

Schermata visualizzata al boot dalla prima versione di Petya
FIG 1 - Schermata visualizzata al boot dalla prima versione di Petya

La master key è stata rilasciata dall'utente Janus attraverso Twitter e può essere scaricata da Mega.nz
Tweet dell'utente Janus che annuncia il rilascio della master key
FIG 2 - Tweet dell'utente Janus che annuncia il rilascio della master key

Anton Ivanov, ricercatore di sicurezza di Kaspersky, ha verificato e confermato la validità della chiave.



Il ransomware Petya non va confuso con NotPetya che, anche se è nato modificando la versione originale del ransomware Petya, è stato creato da un'altro gruppo e adotta una routine di cifratura diversa.




giovedì 6 luglio 2017

Verificare la vulnerabilità della connessione Wi-Fi utilizzando un modulo ESP8266

In questo articolo verrà mostrato come testare, utilizzato una board dotata del modulo ESP8266, alcune vulnerabilità delle reti Wi-Fi e impedire ai client di connettersi. 

ATTENZIONE:
Danneggiare o violare un sistema informatico (anche da remoto) rappresenta un reato penale. Le informazioni presenti in quest'articolo vanno utilizzate solo per testare/verificare sistemi di cui si è titolari. Declino ogni responsabilità civile e penale derivante da un utilizzo non legale delle informazioni presentate in questo articolo a solo scopo didattico.

Come funziona

Il protocollo Wi-Fi 802.11 prevede un particolare frame, chiamato deauthentication frame, che viene utilizzato per disconnettere in modo sicuro i client dalla rete Wi-Fi.

La gestione di questo tipo di pacchetti, almeno nelle versioni più diffuse del protocollo, non è cifrata e basta trovarsi nel range della rete Wi-Fi e conoscere il MAC address del router e dei client per poter eseguire l'attacco.


Modulo ESP8266

L'ESP8266 è un modulo Wi-Fi a basso costo dotato di uno stack TCP/IP completo e di una MCU (microcontroller unit). Esistono una gran varietà di moduli ESP8266 che vengono impiegati anche per la costruzione di board adatte a determinati scopi e, ovviamente, per l'IoT (Internet of Things). Un elenco dei moduli ESP8266 disponibili è mostrato nella seguente tabella.

Name Active pins Pitch Form factor LEDs Antenna Shielded Dimensions (mm)
ESP-01 6 0.1 in 2×4 DIL Yes PCB trace No 14.3 × 24.8
ESP-02 6 0.1 in 2×4 castellated No U.FL connector No 14.2 × 14.2
ESP-03 10 2 mm 2×7 castellated No Ceramic No 17.3 × 12.1
ESP-04 10 2 mm 2×4 castellated No None No 14.7 × 12.1
ESP-05 3 0.1 in 1×5 SIL No U.FL connector No 14.2 × 14.2
ESP-06 11 misc 4×3 dice No None Yes 14.2 × 14.7
ESP-07 14 2 mm 2×8 pinhole Yes Ceramic + U.FL connector Yes 20.0 × 16.0
ESP-07S 14 2 mm 2×8 pinhole No U.FL connector Yes 17.0 × 16.0
ESP-08 10 2 mm 2×7 castellated No None Yes 17.0 × 16.0
ESP-09 10 misc 4×3 dice No None No 10.0 × 10.0
ESP-10 3 2 mm? 1×5 castellated No None No 14.2 × 10.0
ESP-11 6 0.05  1×8 pinhole No Ceramic No 17.3 × 12.1
ESP-12 14 2 mm 2×8 castellated Yes PCB trace Yes 24.0 × 16.0
ESP-12E 20 2 mm 2×8 castellated Yes PCB trace Yes 24.0 × 16.0
ESP-12F 20 2 mm 2×8 castellated Yes PCB trace Yes 24.0 × 16.0
ESP-12S 14 2 mm 2×8 castellated Yes PCB trace Yes 24.0 × 16.0
ESP-13 16 1.5 mm 2×9 castellated No PCB trace Yes 18.0 × 20.0
ESP-14 22 2 mm 2×8 castellated +6 No PCB trace Yes 24.3 × 16.2

Le caratteristiche principali di questi moduli sono
  • CPU RISC Tensilica Xtensa L106 a 80MHz (160Mhz tramite overclock);
  • Memoria flash esterna QSPI che varia da 512KB a 4MB a seconda del modello (il modulo supporta fino a 16MB);
  • 64KB di memoria RAM per le istruzioni e 96KB di memoria RAM per i dati;
  • Stack TCP/IP completo e supporto alle reti Wi-Fi IEEE 802.11 b/g/n;
  • Fino a 16 pin GPIO;
  • UART / SPI/ I2C / I2S/ 1 modulo ADC a 10bit



NodeMCU DevKit

In questo articolo utilizzerò la board NodeMCU DevKit basata sul modulo ESP8266 ESP-12ELa board può essere acquistata per pochi euro e integra già tutto quello che serve:
  • Firmware NodeMCU;
  • Tutti i pin del modulo ESP-12E a bordo vengono riportati all'esterno;
  • Convertitore USB/seriale TTL (nella maggior parte dei casi si tratta del CP2102 prodotto da Silicon Labs) con connessione micro usb tramite la quale è possibile alimentare e programmare la board;
  • Regolatore di tensione a 3.3V;
  • Pulsanti Reset e Flash. Il primo riavvia il firmware caricato, il secondo viene utilizzato per riprogrammarlo.
NodeMCU DevKit ESP8266 ESP-12E
FIG 1 - NodeMCU DevKit ESP8266 ESP-12E

NodeMCU DevKit ESP8266 ESP-12E Pinout
FIG 2 - NodeMCU DevKit ESP8266 ESP-12E Pinout

Collegando la board alla porta USB del PC, Windows dovrebbe provvedere autonomamente a scaricare e installare i driver. In caso contrario, o nel caso si disponga di un sistema operativo diverso da Windows, è necessario provvedere al download e installazione manuale dei driver cercandoli in base al chip montato sulla board.

Chip CP2102 della Silicon Labs
Gran parte delle board NodeMCU DevKit montano un convertitore USB/Seriale TTL della Silicon Labs modello CP2102. I driver per Windows, Mac, Linux e Android per tale chip possono essere scaricati dal seguente link
Download Drivers CP2102 

Chip CH340G
Le schede più economiche montano il chip CH340G e generalmente non vengono riconosciute automaticamente da Windows. I driver possono essere scaricati da
Download Drivers CH340G 

Chip PL2303 
Se il chip montato sulla scheda è il modello PL2303, i driver ufficiali vanno scaricati da 
Download Drivers PL2303 



Installare il Firmware

I firmware disponibili per il dispositivo sono diversi, tra i più comuni ci sono:
- AT;
- MicroPython;
- NodeMCU.

Per il nostro scopo scarichiamo il firmware esp8266_deauther_1mb.bin da https://github.com/spacehuhn/esp8266_deauther/releases

Per flashare il firmware è necessario di un apposito programma. Consiglio di utilizzare NodeMCU flasher scaricabile dal seguente link
Download NodeMCU flasher 

NodeMCU flasher permette di caricare il firmware sul nostro NodeMCU DevKit. L'utilizzo è molto semplice:
  • Avviare la versione a 32 o 64 bit a seconda del proprio sistema operativo;
  • Selezionare, se non già impostata, la porta COM (virtuale) dove è collegato il NodeMCU DevKit;
    NodeMCU flasher, selezione della porta COM
    FIG 3 - NodeMCU flasher, selezione della porta COM
  • Posizionarsi sulla scheda Config e, nella prima casella (Path of binary file), selezionare il file .bin del firmware che si intende caricare. Assicurarsi che nella casella relativa all'offset sia impostato 0x00000.

    NodeMCU flasher, selezione del firmware da caricare
    FIG 4 - NodeMCU flasher, selezione del firmware da caricare
  • Ritornare alla scheda Operation e cliccare sul pulsante Flash per avviare la programmazione della board. Attendere il completamento dell'operazione.
    NodeMCU flasher, aggiornamento del firmware
    FIG 5 - NodeMCU flasher, aggiornamento del firmware
  • Al termine riavviare il dispositivo scollegando e ricollegando il cavo usb.



Avviare il test/attacco alla rete Wi-Fi

Il firmware precedentemente caricato trasforma la nostra board in un Access Point la cui rete Wi-Fi è identificata dal SSID pwned. Per avviare il test/attacco ad una rete Wi-Fi:
  • Eseguire la scansione delle reti Wi-Fi con il proprio dispositivo (smartphone, tablet, notebook, ecc) e connettersi alla rete pwned utilizzando la password deauther;
  • Una volta connessi, nella barra indirizzi del proprio browser digitare 192.168.4.1 seguito da invio. Verrà aperta una pagina con un messaggio di warning che mette in guardia sull'utilizzo del tool per scopi illeciti. Una volta lette le condizioni di utilizzo cliccare sul pulsante I've read and understood the notice above presente in fondo alla pagina;

    ESP8266 Deauther, messaggio di Warning e condizioni di utilizzo
    FIG 6 - ESP8266 Deauther, messaggio di Warning e condizioni di utilizzo
  • Nella pagina successiva, cliccare sul tasto SCAN per effettuare la scansione degli Access Point Wi-Fi disponibili;
    Scansione degli Access Point
    FIG 7 - Scansione degli Access Point
  • Le reti Wi-Fi trovate vengono elencate visualizzando informazioni come il canale utilizzato, il SSID, RSSI, il tipo di protezione. Selezionare la rete che si intende attaccare cliccando sul link SELECT.
    Selezione della rete Wi-Fi da testare
    FIG 8 - Selezione della rete Wi-Fi da testare
  • Cliccando su Stations è possibile eseguire la scansione dei clienti connessi alla rete Wi-Fi selezionata. In questa fase il modulo ESP8266 spegne il suo Access Point pertanto potrebbe essere necessario riconnettersi manualmente e aggiornare la pagina per visualizzare il risultato della scansione.

    Scansione dei client connessi alla rete Wi-Fi selezionata
    FIG 9 - Scansione dei client connessi alla rete Wi-Fi selezionata
  • Cliccando sul link Attacks in alto, si accede alla pagina degli attacchi che è possibile sferrare.
    Clone: consente di clonare il SSID della rete Wi-Fi in modo da confondere i client che tentano di connettersi. Una volta cliccato su Clone, scorrendo nella pagina, è necessario indicare nell'apposito campo il numero di cloni da creare quindi cliccare su ADD per procedere (FIG 11). Cliccando invece sul pulsante Random, verranno creati SSID con nomi casuali.
    Deauth: invia i deauthentication frame alla rete/client selezionati forzando la disconnessione del Wi-Fi.
    Beacon: invia numerosi frame beacon con il nome della rete selezionata. Semplificando il beacon non è altro che un piccolo messaggio con cui il dispositivo, ad es. l'Access Point, annuncia la sua presenza a chi è in "ascolto" fornendo informazioni come timestamp, SSID e altri parametri.
    Probe-Request: invia numerosi frame Probe-Request fino a saturare i dispositivi. Una stazione invia un Probe-Request frame quando ha necessità di recuperare informazioni da un'altra stazione.

    Attacks
    FIG 10 - Attacks

Clone SSID
FIG 11 - Clone SSID


Impostazioni

Cliccando sul link Settings è possibile personalizzare alcune opzioni tra cui il SSID visualizzato dal dispositivo, la password, il canale utilizzato, abilitare/disabilitare la scansione degli Access Point nascosti, abilitare/disabilitare la selezione di più SSID, personalizzare numero di pacchetti inviati al secondo, ogni quanto tempo modificare il MAC address, ecc. Una volta effettuate le modifiche desiderate è necessario cliccare sul link SAVE presente in fondo alla pagina e riavviare.
Settings
FIG 12 - Settings

Come difendersi

L'unico modo per difendersi è assicurarsi che tutti i dispositivi della propria rete supportino il protocollo 802.11w-2009 che prevede la cifratura dei frame e che la protezione dei frame sia abilitata.




martedì 27 giugno 2017

Outlook Quick Tip: All'apertura del messaggio in Outlook al posto del normale puntatore del mouse viene visualizzata una mano

Può capitare che, all'apertura di un messaggio in Outlook, al posto del normale puntatore del mouse venga visualizzata una mano impedendo all'utente la selezione del testo. Si tratta di un opzione di Outlook chiamata Panning Hand che viene generalmente abilitata quando sul PC sono installati componenti relativi a Tablet o tavolette grafiche.
Per disabilitare tale opzione basta aprire un messaggio e cliccare sull'icona della mano presente al di sopra della scrollbar verticale oppure, nel caso l'icona non sia presente, è possibile premere il tasto ESC sulla tastiera.
Outlook, disabilitare l'opzione Panning Hand
FIG 1 - Outlook, disabilitare l'opzione Panning Hand




mercoledì 21 giugno 2017

Outlook Quick Tip: Impostare una cartella iniziale diversa

All'apertura di MS Outlook, per default, viene visualizzata la cartella di Posta in arrivo del primo account di posta configurato. Per visualizzare all'apertura una cartella di un altro account oppure una cartella diversa rispetto alla Posta in arrivo si può agire tramite le opzioni del client di posta:
  • Dal menu File di Outlook selezionare Opzioni;
  • Sul pannello sinistro della finestra selezionare Avanzate;
  • Sul lato destro individuare la sezione Avvio e chiusura di Outlook. Cliccando sul tasto Sfoglia... è possibile selezionare la cartella da aprire all'avvio del client di posta.

Outlook, Cartella di avvio Outlook
FIG 1 - Outlook, Cartella di avvio Outlook




martedì 20 giugno 2017

Windows 10: Nascondere l’indirizzo IP locale su connessioni WebRTC in Microsoft Edge

WebRTC (Web Real-Time Communication) è una tecnologia open source, basata su HTML5 e JavaScript, utilizzata dai browser per poter effettuare videochat in tempo reale. Se il browser utilizza questa tecnologia può comunicare al sito web l'indirizzo IP locale. Per fare in modo che ciò non avvenga è possibile agire tramite le impostazioni del browser. In Microsoft Edge basta seguire questi semplici passaggi:
  • Nella barra degli indirizzi di Edge digitare about:flags seguito da invio;
  • All'interno della sezione WebRTC spuntare l'opzione Nascondi l'indirizzo IP locale su connessioni WebRTC;
  • Riavviare il browser.
Microsoft Edge,  Nascondi l'indirizzo IP locale su connessioni WebRTC
FIG 1 - Microsoft Edge,  Nascondi l'indirizzo IP locale su connessioni WebRTC